Ho molto pensato come iniziare a raccontare la nostra missione in Medio Oriente
e inizio con la scelta accurata delle parole e la motivazione di questa
valutazione. Non parlerò mai di un viaggio di solidarietà, o di pace o di dialogo
ma di missione. La parola “missione” esprime la forza dell’impegno, contiene la
volontà dell’obiettivo e l’implicità di essere raggiunto.
Eravamo tutti consapevoli che il nostro obiettivo non erano le nostre azioni per la
pace. Come si può avere la presunzione di pensare che 400 italiani dalle varie
età e dalle varie attività: volontari, cooperanti, studenti, rappresentanti di enti e
istituzioni, abbiano la possibilità di incidere su un conflitto che da sessant’anni
mette a rischio l’equilibrio mondiale? L’obiettivo era costruire una rete di persone,
esseri umani, pronti a testimoniare e a capire. Apostoli? Missionari? Paladini?
Sostenitori. Sì sostenitori dell’equità, della giustizia, del rispetto dei diritti umani, della
dignità.
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